Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge, già presentata nella XIV legislatura dai parlamentari di Rifondazione comunista nei due rami del Parlamento (atto Camera n. 2221 e atto Senato n. 1303), si pone l'obiettivo di disciplinare le modalità e l'organizzazione dell'autogoverno delle istituzioni scolastiche. Ciò al fine di garantire la gestione democratica dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e della libertà di insegnamento, ai sensi dell'articolo 1 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, ispirandosi ai princìpi di democrazia, partecipazione e trasparenza, nonché valorizzando la partecipazione di tutte le realtà che contribuiscono al buon funzionamento dell'articolato mondo della scuola.
      La scuola è sottoposta a continui e ripetuti interventi che, oltre a generare confusione e incertezze, la spingono verso un «aziendalismo» non condivisibile, del quale il decreto legislativo 30 giugno 1999, n. 233, è improntato. Noi, invece, intendiamo rilanciare una scuola finalizzata allo sviluppo della persona.
      È necessario rilanciare l'unitarietà del sistema scolastico nazionale e salvaguardare tutte le scuole, in ogni luogo e di ogni ordine. È necessario, altresì, ricondurre l'autonomia all'autogoverno, che presuppone, fermo restando il carattere nazionale del sistema, una gestione partecipata e democratica dell'istituzione scolastica,

 

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intesa come una funzione fondamentale dello Stato laico e pluralista. Gli organi collegiali in ogni scuola del Paese rappresentano un prezioso patrimonio, pur essendo stati negli anni svuotati di funzioni reali. Crediamo sia importante rilanciare invece la partecipazione e la facoltà decisionale dei soggetti che nella scuola vivono e operano, prevedendo forme di gestione non gerarchica e burocratica anche degli aspetti amministrativi delle scuole.
      La scuola non può essere equiparata, nel suo funzionamento, a una qualsiasi azienda o fabbrica. Il sistema formativo, in tutti i suoi livelli e gradi, non è la filiera di assemblaggio di materiali inerti che, lavorati secondo determinate procedure, danno un prodotto predefinito. Il prodotto della formazione è ciò che il singolo studente rielabora e acquisisce. Un prodotto non prevedibile, perché l'ambito di azione della scuola è, ancora, la persona e la sua autonomia di pensiero, di crescita culturale e di elaborazione della realtà.
      Il sistema formativo è il luogo della conoscenza e delle relazioni ed è anche per la Costituzione repubblicana un «ascensore sociale» grazie al quale gli studenti più capaci e volenterosi riscattano la loro condizione sociale disagiata. Gli alunni, sin dalla scuola dell'infanzia, devono imparare a incontrare gli altri e le altre, a decodificarne le modalità comunicative, a confrontarsi con le diversità e le uguaglianze, con i diversi punti di vista e le diverse esigenze dei singoli.
      Gli organi collegiali sono, a nostro parere, il luogo dove le componenti delle diverse realtà scolastiche si incontrano, si ascoltano e insieme costruiscono, nella concretezza di ogni singola e specifica situazione, l'istituzione scuola.
      Va infine favorito al massimo il coinvolgimento al voto nelle elezioni degli organi collegiali attraverso una campagna puntuale di informazione circa le competenze e le funzioni.
      La proposta di legge si compone di 10 articoli e si propone, tra l'altro, di innovare e valorizzare il ruolo di alcuni istituti degli organi collegiali: prime tra tutti, per le scuole superiori, sono l'assemblea degli studenti e l'assemblea dei genitori autorganizzata e autogestia, che diventano a tutti gli effetti organi delle istituzioni scolastiche.
 

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